Noi genovesi siamo da sempre tacciati erroneamente come persone tirchie!
Ma è mai possibile che dobbiate a tutti i costi darci un’etichetta che non ci appartiene affatto?
Per cui mi sembra doveroso porre a conoscenza di chi non ha masticato la nostra storia, il perchè di questa fastidiosa etichetta…
La storia della tirchieria dei genovesi
Pur facendo parte delle quattro repubbliche marinare, insieme a Venezia, Pisa e Amalfi, Genova ha da sempre investito maggiormente nell’attività bancaria, che era la vera prima fonte di ricchezza della città. Il secolo più fecondo per il capoluogo ligure sarebbe stato il sedicesimo, in quanto partivano numerose spedizioni che si imbarcavano in Spagna e salpavano per le Americhe, tornando carichi d’oro; in questo periodo era diffuso il detto “L’oro nasce nel Nuovo Mondo ma viene sepolto a Genova”.
Quando nel 1585 scoppiò la guerra tra l’Inghilterra di Francis Drake e la Spagna di Filippo II, i genovesi decisero di schierarsi con gli alleati spagnoli e, dopo controverse e contrastanti discussioni, finanziarono parzialmente la costruzione della storica Invincibile Armada, costruendo 130 vascelli e fornendo circa 25000 soldati, già provvisti di cavalli, armatura e tutti i corredi necessari alla guerra.
La celebre vittoria di Francis Drake e la sconfitta delle armate spagnole portò alla rovina di Genova che, dopo un’epoca di lusso, agi e ricchezza, iniziò nell’indigenza un declino da cui non si sarebbe più ripresa. Questa sventurata esperienza avrebbe reso tutti i genovesi diffidenti nei confronti dei più litigiosi e attaccabrighe e, soprattutto, li avrebbe particolarmente sensibilizzati alla parsimonia.
Parsimonia = tendenza ad evitare gli sprechi, oculatezza, moderazione nello spendere, saper ottenere un risultato con il minimo dispendio di energia.
Avarizia = eccessivo attaccamento al denaro o alle cose che si manifesta con la volontà di non spendere, cupidigia o avidità.
Tenendo poi conto della conformazione della nostra regione, ove i monti sono ad un passo dal mare, e le terre da noi coltivate sono fazzoletti terrazzati e non immense vallate, siamo stati bravi ed ingegnosi ed abbiamo saputo rendere le nostre terre fertili e generose. Ulivi, vigneti, fiori, solo per citare alcuni dei prodotti che la nostra terra ci offre, senza ovviamente dimenticare il profumatissimo ed ineguagliabile basilico.
Nel blog di Paola si parla ottimamente dell’argomento non sprecare, chi non la conosce, è invitato a dare un’occhiata dalle sue parti… offre sempre spunti interessantissimi e ricette gustose 😋 e grazie alla sua risposta ad un mio commento, ho trovato spunto per questo mio post.
Ora, vivendo in un’epoca in cui tutto è sperpero, tutto viene utilizzato senza un minimo di buon senso, beh, diciamo che noi genovesi non ci vergognamo affatto di esser parsimoniosi, di saper gestire, nel nostro piccolo quotidiano, le risorse a nostra disposizione senza farci mancar nulla, ma nello stesso tempo evitando di sprecare e sperperare inutilmente. Fare attenzione a ciò che si acquista, saperne far buon uso, e ottimizzarlo al meglio, a mio avviso è sinonimo di intelligenza e lungimiranza.
Ecco, spero a questo punto di non dover sentire più che noi genovesi siamo tirchi.
Io ammiro chi ha la saggezza di saper amministrare senza sprecare.
Dovrebbe essere come un virus, e contagiare il mondo.
Laura
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