Brenda gira intorno alla Mustang GT V8 5.0, la sua bambina, accarezzandone la carrozzeria. Ama quell’auto, l’ha desiderata a lungo, ma poterla acquistare comporta un’ingente somma di denaro da investire. Denaro che lei non ha, ma grazie a Bruce trova la soluzione.
Lui le dà denaro sufficiente in prestito a patto che lei mostri la sua innata dote al volante.
No, non deve fargli da autista, ma correre per lui nelle corse clandestine.
Pur consapevole di dover affrontare corse ad alto rischio non se l’è fatto ripetere due volte e con coraggio e un pizzico di follia quando sede dietro al volante della sua auto, il rombo del motore, l’adrenalina che scorre nelle vene e la certezza di essere tra i migliori appena tagliato il traguardo, la ripagano di tutto.
Bruce le ha proposto più volte di partecipare alle gare con la sua bambina, ma lei ha sempre rifiutato, non la metterebbe mai in pericolo. Meglio continuare a gareggiare con la vecchia Chevrolet Camaro 5000 V8 appartenuta a suo padre. Quell’auto ha visto tante corse e patito parecchie ferite, ma è sempre stata affidabile e su di lei un’ammaccatura o un graffio in più o in meno non fanno la differenza, al contrario la rendono più grintosa.
Certo dopo ogni gara lei e Pitt, il suo meccanico, devono puntualmente lavorare sodo non solo sulla carrozzeria, ma anche sul motore per rimetterla in sesto, ma con le modifiche che Pitt ha fatto sotto sua richiesta a testata, pistoni e centralina, la Camaro rende ancora come se fosse appena uscita dalla fabbrica e non mostra per nulla i suoi quarant’anni.
È pronta. È l’ultima volta che è costretta a partecipare a uno di questi eventi; poi, finalmente, avrà saldato il debito con Bruce.
Il suo sogno è la Formula uno, ma per una donna non è facile, troppe cose devono combaciare.
«Lo so che hai detto che questa sarà l’ultima volta, ma a Miami ci sarà un evento particolare. Si tratta una corsa di beneficenza» inizia con il dirle Bruce.
Brenda alza gli occhi e lo fissa incuriosita. Spesso alle corse di beneficienza, essendo sponsorizzate e legali, partecipano personaggi interessati a scoprire nuovi piloti e per lei quella potrebbe essere una vetrina da non perdere.
«Dalla tua espressione direi che ti ho incuriosita».
«Sì, direi che hai tutta la mia attenzione, dimmi di più».
«E se te lo dicessi dopo la corsa, magari a cena tu ed io soli?» Bruce non nasconde mai il suo interesse nei confronti di Brenda, non soltanto come pilota, ma anche come donna e lei cerca sempre di tenerlo alla larga, “non voglio mischiare gli affari con il piacere” si ripete spesso, ma non può negare che il sorriso, lo sguardo e il corpo di Bruce siano irresistibili e che se non fosse stato per il debito che ha con lui più di una volta avrebbe voluto accettare i suoi inviti anziché rifiutarli continuamente.
«Dai, potremmo festeggiare la tua vittoria e la chiusura dei nostri affari e nel frattempo ti do le informazioni che sembra ti interessino molto».
«Sei sicuro che vincerò? Il mio avversario con quella Mercedes E63 AMG non sembra della tua stessa opinione» gli fa notare subito dopo aver ascoltato il ruggito dell’auto dal motore modificato.
«Tutta scena, stai tranquilla. La tua Camaro gli farà mangiare la polvere» la rassicura stringendole la spalla. Lo scetticismo di Brenda è solo una facciata, lo sa bene Brian che la conosce da molto ormai.
«Allora ci stai?» Prova a insistere mentre lei indossa il casco e si avvia verso l’auto.
«Brenda» la chiama e lei senza voltarsi alza il braccio destro e mostra il pollice mentre lui la guarda avanzare verso la sua vettura: schiena dritta e andatura sicura.
La ragazza addetta al via indossa una striminzita gonnellina a quadretti e un top bianco.
Si porta davanti alle due auto.
Tra le mani regge due grossi fazzoletti bianchi.
Alza le braccia per avvisare l’imminente partenza mentre i due piloti fanno ruggire i motori.
Il cuore di Brenda comincia a pompare più velocemente e, mentre il casco attenua i rumori esterni, nelle orecchie sente il rimbombo dei battiti sempre più veloci.
Concentra gli occhi sulle braccia alzate della ragazza, innestata la marcia, il piede destro pronto a schiacciare l’acceleratore e il sinistro sulla frizione.
Una mano tiene saldo il volante mentre l’altra afferra il pomello delle marce pronta a cambiarle velocemente. Le scommesse sono chiuse.
Le braccia della ragazza fanno un repentino movimento abbassandosi di scatto e le due vetture sgommando le sfrecciano ai lati.
Brenda cambia rapidamente le marce continuando a spingere la sua Camaro al massimo della potenza, mentre il suo avversario si mantiene al suo fianco indietro di pochi centimetri.
La curva a destra e poco dopo un testacoda per riportare le auto verso il punto di partenza.
La mano di Brenda passa dal pomello delle marce al freno a mano, pochi metri e… toglie i piedi dai pedali contemporaneamente tira il freno a mano e dà una veloce botta di sterzo, la Camaro si gira su sé stessa e riportando il piede sull’acceleratore sfreccia in direzione dell’arrivo. La Mercedes a un metro da lei esegue la stessa manovra ma l’autista commette l’errore di poggiare il piede sul freno mentre tira il freno a mano e la sua auto si cappotta.
Ora può tranquillamente raggiungere il traguardo senza fretta.
Il locale scelto è piuttosto rustico, ma qui servono delle bistecche favolose. Brian non fatica a trovare posto nell’angolo più appartato e una volta ordinato, prima ancora che lui possa dire una parola, Brenda, poggiando i gomiti sul tavolo e tenendo il viso tra le mani si sporge leggermente verso di lui. «Adesso raccontami di questa corsa di beneficienza».
«Vai subito al sodo eh?»
«Beh, inutile girarci intorno no? Siamo qui per questo mi pare».
«A dire il vero no, ma voglio sperare che dopo averti illuminata sulla questione che a te sembra stare così a cuore, potremo trascorrere qualche piacevole ora in reciproca compagnia».
«Hmm».
«Si tratta di una corsa per raccogliere fondi per la ricerca sulla leucemia. Ci saranno parecchie personalità dello sport e dello spettacolo, gente con i portafogli belli gonfi, ma quello che immagino possa essere di tuo particolare interesse è che la gara verrà trasmessa in diretta TV e che in tribuna ci saranno un paio di osservatori della formula tre». A queste parole l’interesse di Brenda diviene ancora più acceso.
«Devo dire che la cosa è allettante, ma a quanto ne so da quando la FIA ha stabilito nel 2014 che prima di entrare in formula tre devi aver avuto esperienze con i Go-Kart quelli della F3 vanno a pescare lì e poi… di sicuro ci sarà da pagare l’iscrizione e immagino non sarà cosa da poco». Brian l’ascolta e annuisce a ogni sua parola e quando lei termina di parlare, le succulente bistecche sono arrivate in tavola.
«Hai ragione ma per te la cosa più importate adesso sarebbe trovare uno sponsor e purtroppo per gareggiare a quei livelli ci vogliono valanghe di bigliettoni».
«Vuoi che non lo sappia?» Brian scuote il capo «certo che lo sai, per questo gareggerai a Miami la settimana prossima».
«Ne sei così sicuro?»
«Oh sì!» E mentre parla tira fuori dal taschino della giacca un voucher «vedi questo?» Dice sventolandoglielo sotto il naso «sappi che è il mio regalo per il tuo compleanno».
«Che non è certo oggi».
«Come sei puntigliosa, diciamo un regalo anticipato di qualche settimana. Mi ringrazierai poi».
«Beh, se è un regalo allora dovresti darmelo» insiste allungando il braccio verso il tagliando.
«Prima lasciami dire di cosa si tratta».
«Non vuoi lasciarmi la sorpresa? Già è un regalo senza carta colorata e nastrino… vuoi anche dirmi di cosa si tratta senza avermelo dato? Sei perfido» lo accusa con un sorriso.
«Forse… ma… prima dimmi che accetterai».
«Accettare cosa? Il tuo regalo? Dicono che belli o brutti, basta il pensiero».
«E va bene, si tratta della tua iscrizione alla gara di Miami». L’incredulità sul volto di Brenda è così evidente che Brian teme abbia smesso di respirare «respira normalmente».
Riprendendosi solo in parte ma con gli occhi che luccicano, non riesce a tirar fuori sillaba.
«Se avessi saputo prima che per farti zittire bastava così poco…» la prende in giro.
«Tu… tu, mi avresti iscritta alla gara?» Ancora fatica a crederci mentre Brian fa cenno di sì.
«Certo. Non posso farti da sponsor per la F3, ma non potevo permettere che tu saltassi questa vetrina. Sei troppo brava al volante». Brenda è consapevole che si tratta di qualcosa di davvero unico, un’opportunità che lei, anche continuando con le clandestine, non avrebbe mai potuto permettersi.
«Ti ripagherò un giorno» sussurra con gli occhi lucidi.
«Non ce ne sarà bisogno. Mi accontento di continuare a frequentarti e godere delle tue imprese» le dice incrociando le dita della mano con le sue. Una scossa li attraversa non appena le mani s’incastrano e negli sguardi di entrambi una scintilla si accende.
Mason Bull prende posto in tribuna. Le auto stanno riscaldando i motori. La chioma di Brenda attira la sua attenzione e non appena la Camaro prende a sfrecciare sulla pista come se fosse un missile, decide che quella ragazza sarà il nuovo pilota della sua scuderia di F3.
Un attimo dopo la premiazione le si avvicina.
«Sono Mason Bull e ho una proposta da farti» le dice dandole del tu. Brenda resta in attesa mentre con gli occhi si perde nello sguardo magnetico di Mason.
«Piacere Brenda Frost» Mason le stringe la mano e la ammalia con il suo sorriso.
«Sarai il mio prossimo pilota nella F3 voglio farti da sponsor» risponde con tono che non ammette repliche.
Brenda a fatica distoglie lo sguardo da quello di Mason per fissare i suoi splendidi occhi viola in quelli di Brian in un muto ringraziamento.
Catapultata nel suo sogno Brenda inizia gli allenamenti sulla pista personale di Mason mentre tutti gli addetti alla scuderia restano senza parole osservando come sia in grado di addomesticare il bolide viola che ha tra le mani.
Con una tuta lilla che le fascia perfettamente il corpo e il casco sottobraccio, la terza donna pilota nella storia sta per segnare il suo nome nell’albo d’oro della Formula 3.
FINE (per ora poi… chissà 😉
Laura