Che mi seguiate o no…


Buone feste a tutti

Che non sia solo Natale tra regali, cene, cenette e cenoni, nastri fiocchi e dolciumi

Ma che sia Natale nei vostri cuori, sia dentro che fuori.

In mezzo alla gioia, serenità e delizia degli abbracci dei vostri cari

Che sembra sian diventati davvero rari.

Con il mio augurio sincero

Che il Natale sia per tutti noi festa davvero.

Che il nuovo anno ci riporti indietro nel tempo, quando le nostre vite, anche se complicate, erano piene di progetti, sogni e risate.

Il mio augurio più bello per tutti voi

È che queste feste segnino la fine dei momenti bui.

Buone feste a tutti!

Laura

Intervista a Laura Parise


1) Quando è nata la passione per la scrittura? Come? A quale età? Da quel momento in poi è cambiato il suo rapporto con la scrittura?

-La passione per la scrittura credo sia nata con me e io, poi, l’ho sviluppata dapprima a scuola quando mi dilettavo nella stesura di lunghissimi temi tanto da non riuscire quasi mai nel tempo concesso a consegnare in tempo la bella copia e la povera Prof di turno era costretta a destreggiarsi nei miei appunti.

2) Perchè ha deciso di scrivere “Poggioreale: l’amputazione dell’anima”?

-Ho deciso di scrivere “Poggioreale: l’amputazione dell’Anima” dopo aver avuto l’occasione di ascoltare alcuni racconti da parte dell’Anonimus che mi hanno davvero sconcertato tanto da far nascere in me, il desiderio di poter metterne a conoscenza di tali atrocità, più persone possibili, anche coloro che probabilmente, immaginano in parte, quello che accade dietro a quelle mura.

3) Quanto tempo ha impiegato per la stesura del suddetto libro?

-Per la stesura ci sono voluti un paio di mesi, perché dapprima ho dovuto riordinare bene le varie informazioni ricevute e in parte, perché ho voluto anche prendere informazioni in merito.

4) Che sensazione prova quando sa di aver finito la stesura del suo libro e che valore ha la scrittura per lei?

-Esaltazione per essere riuscita nel mio intento. La scrittura ha un grandissimo valore per me perché attraverso di essa riesco a esprimere le mie sensazioni molto meglio che a voce.

5) Ha delle abitudini durante la scrittura di cui non può fare a meno? C’è un luogo in cui trova il suo “spazio di scrittura”? O semplicemente dove trova ispirazione?

-Non ho particolari abitudini, se non quella di voler avere silenzio intorno a me, perché quando scrivo m’immergo in un’altra dimensione. L’ispirazione viene anche solo da un piccolo particolare, una frase, un’esperienza, un desiderio o un ricordo.

6) Chi decide, in questo caso lei, di scrivere un libro, parte già avendo un’idea ben delineata o sapendo almeno cosa si vuole scrivere o guardando un foglio bianco butta giù tutti i suoi pensieri?

-Quando decido di scrivere un libro, solitamente parto già con un’idea di base che cresce nella mia testa, non faccio appunti, ma è scrivendo che man mano la storia prende corpo o meglio vita e, sembra strano a dirsi ma, s’appropria delle mie dita e traccia il testo.

7) La sua vita è cambiata in qualcosa da quando scrive?

-Benché io abbia sempre scritto qualcosa, sono approdata da soli sei anni nel mondo degli scrittori, ho sempre avuto quaderni o diari dove scrivevo le mie storie, ma fino a quando il mio impegno di madre e donna che lavora mi teneva occupata, non ho tentato, per così dire, la via della scrittura, tenendo questa passione socchiusa in un cassetto. Ora che ho più tempo a disposizione e la famiglia e il lavoro non mi assorbono più al cento per cento, ho finalmente la possibilità di dedicarmi ad essa quasi ogni giorno.

8) Volevo chiederle, quali sono 3 libri che le sono piaciuti particolarmente o le hanno insegnato qualcosa di veramente importante?

-Difficile fare una classifica dei libri che mi sono piaciuti particolarmente perché a modo suo, quasi ogni libro lascia e insegna qualcosa.

9) Infine cosa direbbe ai lettori di adesso?

-Direi che chi ama leggere ha in mano una grandissima arma, perché leggere aiuta a comprendere, mantiene la mente allenata e insegna anche quando crediamo che quel tale testo in realtà non ci abbia lasciato nulla. Forse non ce ne rendiamo conto in quel momento ma, arriverà l’imput al momento giusto e sarà allora che ci ricorderemo di quelle parole che abbiamo letto.

10) Che sensazioni e pensieri le ha provocato entrare nella realtà del libro che ha scritto?

-Scrivere questo libro mi ha creato qualche difficoltà nel senso che non è stato facile essere superpartes e non pendere da una o dall’altra parte. Quello che accadeva e forse accade ancora dentro un carcere, in questo in particolare, è molto crudele. Certo le persone che lo ospitano non sono degli angioletti, ma certe torture sono decisamente esagerate. Dall’altra parte comprendo anche la frustrazione di chi, a volte, è costretto a eseguire ordini che sono completamente assurdi facendolo poi diventare quasi al pari di chi sta punendo. È difficile parteggiare per gli uni o per gli altri, chi lavora sotto pressione in quei luoghi rischia spesso non solo l’incolumità personale, ma anche la propria psiche. La sensazione è di sconcerto, incredulità e tristezza.

La trovate anche nel blog di Elena che ringrazio di cuore

Laura