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https://www.milleunaparola.com/poggioreale-lamputazione-dellanima-laura-parise/
Recensione
“Poggioreale: l’amputazione dell’anima…” mai titolo fu più giusto. Leggere questo saggio di Laura Parise è stato per certi versi sconvolgente.
Leggere questo saggio di Laura Parise è stato per certi versi sconvolgente. Anche se non sono citate fonti ufficiali, alcuni dettagli e fatti raccontati in queste pagine sono facilmente reperibili on line sottoforma di articoli o video. L’Autrice, con sapienza e sagacia, raccoglie informazioni e porta, ulteriormente, allo scoperto la drammatica situazione di uno dei penitenziari che, fino a pochi anni fa, era considerato tra i peggiori d’Europa per sovraffollamento, e non solo. Non si tratta di un’analisi distaccata, ma un racconto di vita vissuta. Anonimus, ex Assistente capo delle Polizia Penitenziaria, descrive gli anni di servizio presso la casa circondariale napoletana con dovizia di particolari. Violenze, soprusi, umiliazioni, ma anche degrado, fatiscenza, corruzione, il tutto sotto gli occhi di chi dovrebbe vigilare in nome della legge. “Dura lex, sed lex”, peccato che questa massima non sia stata sempre, e solo, applicata in nome dello Stato, ma anche del politico corrotto di turno, del boss reggente, del clan più forte o semplicemente per “svago” o frustrazione di una guardia. La temutissima “cella zero”, vera e propria stanza delle torture per migliaia di detenuti, può essere considerata il simbolo dell’ingiustizia e dell’orrore. Ci fermiamo qui, non andiamo oltre, rischieremmo di spoilerare, per la foga di voler condividere e discutere con voi lettori, quanto appreso leggendo questo straordinario testo. Le parole di Anonimus sono devastanti, un macigno sul cuore che, se del tutto reali, getterebbero non poche ombre su un luogo di recupero trasformato nel peggiore dei gironi infernali di Dantesca memoria.
Riportiamo sotto alcuni passaggi che ci hanno particolarmente colpito:
“…ben pochi hanno salvato la loro psiche e se non danno segni di desiderio imminente al suicidio, una volta usciti dal carcere molti di loro non hanno trovato più pace.”
“Quando tutto era ed è marcio e corrotto, come può uno sparuto gruppo di persone riuscire a sovvertire regole e imposizioni che durano da tantissimo tempo e sono di norma e prassi in quasi tutti gli istituti penitenziari?”
«Ne ho viste troppe per continuare a tenere il prosciutto a foderarmi gli occhi come un tempo quando credevo nella giustizia, nello stato e nelle leggi».
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