Come per ogni popolo, etnia, religione, oggetti e quant’altro… non si può e non si deve fare di tutta un’erba un fascio… e lo stesso vale per le categorie professionali.
Ci son persone che mettono dentro a quel che fanno tutto il loro essere, il loro entusiasmo, la loro professionalità, il loro impegno… e persone che… son superficiali, non sanno cosa voglia dire impegnarsi ed esser professionali, si limitano a far il compitino, a volte neppure ben fatto, ma per il resto lasciano che sia quel che sia…
Che peccato…
Nel mio piccolo ho incontrato entrambe le categorie… e posso permettermi di farmi e dare un’opinione in merito. Non è soltanto per il guadagno fine a se stesso che certa gente mette in piedi le proprie attività, a volte lo fà perchè crede fermamente a ciò che dice e quel che fà e mette anima e cuore pur di riuscire. Ovvio che il guadagno sia alla fine la base di tutte le imprese, chi vuol far qualcosa solo per la gloria? Nessuno! Ma ci son modi e modi per arrivare al successo e di conseguenza al guadagno.
Questo articolo me lo ha ispirato un commento che ho letto stamattina, ma anche un certo fastidio che provo nel vedere con quanta superficialità viene preso in considerazione un contratto

non è il primo commento che ricevo in merito, o la prima lode al lavoro svolto per promuovere quello a cui abbiamo dato fiducia… da più parti ho sentito commenti favorevoli per quanto impegno viene messo in questo progetto… e son felice di poterlo esternare a tutti quelli che mi seguono e non. Ci son persone che se dicono di credere nel tuo lavoro, son sincere e ti danno una mano per portarlo avanti. Poi ci sono anche i rovesci della medaglia, coloro che ti dicono di essere entusiasti, che credono in te, ma che poi ti lasciano da sola alla mercè degli eventi e non si sprecano più di tanto a darti una mano, ma al contrario fanno orecchie da mercante alle tue richieste, evitano di risponderti, non si curano minimamente di ciò che fai, non ti danno consigli, loro che in teoria dovrebbero essere gli esperti del settore… e non notano neppure che tu ce la metti tutta per promuovere un prodotto che, sì è tuo… ma con il quale anche loro guadagnano. Prendono solo i meriti e profitti e non si degnano minimamente d’informarti sull’andamento del progetto. E tu sei lì che ti senti preso a schiaffi (metaforicamente parlando) perchè hai le mani legate da un contratto che hai firmato in piena fiducia.
Non contesto per nulla il fatto che anche loro abbiano da guadagnarci, sono perfettamente consapevole che sia uno scambio di “favori” lucrativi per entrambi, ma mi chiedo perchè ci son coloro che s’impegnano affinchè questo scambio sia quasi equo e perchè ci son altri che invece non si sprecano più di tanto in merito. È un vero peccato, perchè lavorare in sintonia sarebbe molto più produttivo e remunerativo per entrambe le parti.
Si leggono spesso articoli sul calo delle vendite nel settore, sulla crisi della lettura, ma se per primi noi che ce ne occupiamo siamo menefreghisti, come possiamo sperare che il pubblico poi non segua il nostro esempio?
Thomas Jefferson diceva
“Non posso vivere senza libri”
facciamo in modo che ognuno di noi faccia propria questa frase.
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